Il presente volume ambisce a rivalutare una delle figure della retorica classica, la perifrasi, declassata dai manuali teorici, nel corso dei secoli, al ruolo di ornamento formale dell’elocuzione, per lo più anodino e ridondante, a dispetto degli elogi entusiasti proferiti da Aristotele o Longino. Come già divenne cruciale nello stile raciniano (si pensi agli studi di Spitzer e Sayce), rispondendo ai canoni dogmatici della “mesure” e della “bienséance” dell’estetica seicentesca, la figura perifrastica appare, infatti, nella rivoluzione linguistica del Simbolismo, lo strumento e l’emblema della nuova ambizione letteraria. Analizzandone le ricorrenze e le ripercussioni nella celebre raccolta poetica del fondatore del movimento, Charles Baudelaire, abbiamo voluto dimostrare come la perifrasi appaia lo strumento adeguato all’espressione _ o più precisamente alla suggestione, sostantivo preponderante nella riflessione critica simbolista _ dell’obiettivo ultimo della poesia : “l’Inconnu”. Un’analisi retorica e stilistica delle perifrasi nelle Fleurs du Mal ci ha condotte a definirla come “configurazione”, e non semplice figura, coinvolgendo le differenti stratificazioni linguistiche, dal lessico alla sintassi, nonché come l’espressione della duplice prospettiva di scambio e di comunicazione tra un ethos e un pathos. Il fil rouge che sottende il progredire dell’analisi si evince dal titolo del libro : si tratta dell’espansione, dimensione spaziale cruciale nell’estetica baudelairiana, come evidenziato da Antoine, Nøjgaard o Starobinski, nonché immagine del tentativo poetico di protendersi oltre il proprio limite, linguistico e umano. La perifrasi appare dunque, per sua stessa natura e paradigma, una figura dell’espansione : sintattica, lessicale, sonora, semantica ma, in prima istanza, poetica, quale sede e strumento di riflessione sull’essenza stessa della poesia.
Une figure de l'expansion: la périphrase chez Charles Baudelaire
Locatelli F
2015-01-01
Abstract
Il presente volume ambisce a rivalutare una delle figure della retorica classica, la perifrasi, declassata dai manuali teorici, nel corso dei secoli, al ruolo di ornamento formale dell’elocuzione, per lo più anodino e ridondante, a dispetto degli elogi entusiasti proferiti da Aristotele o Longino. Come già divenne cruciale nello stile raciniano (si pensi agli studi di Spitzer e Sayce), rispondendo ai canoni dogmatici della “mesure” e della “bienséance” dell’estetica seicentesca, la figura perifrastica appare, infatti, nella rivoluzione linguistica del Simbolismo, lo strumento e l’emblema della nuova ambizione letteraria. Analizzandone le ricorrenze e le ripercussioni nella celebre raccolta poetica del fondatore del movimento, Charles Baudelaire, abbiamo voluto dimostrare come la perifrasi appaia lo strumento adeguato all’espressione _ o più precisamente alla suggestione, sostantivo preponderante nella riflessione critica simbolista _ dell’obiettivo ultimo della poesia : “l’Inconnu”. Un’analisi retorica e stilistica delle perifrasi nelle Fleurs du Mal ci ha condotte a definirla come “configurazione”, e non semplice figura, coinvolgendo le differenti stratificazioni linguistiche, dal lessico alla sintassi, nonché come l’espressione della duplice prospettiva di scambio e di comunicazione tra un ethos e un pathos. Il fil rouge che sottende il progredire dell’analisi si evince dal titolo del libro : si tratta dell’espansione, dimensione spaziale cruciale nell’estetica baudelairiana, come evidenziato da Antoine, Nøjgaard o Starobinski, nonché immagine del tentativo poetico di protendersi oltre il proprio limite, linguistico e umano. La perifrasi appare dunque, per sua stessa natura e paradigma, una figura dell’espansione : sintattica, lessicale, sonora, semantica ma, in prima istanza, poetica, quale sede e strumento di riflessione sull’essenza stessa della poesia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.