De Gasperi è la figura repubblicana più significativa di tutte. È lui il presidente della ricostruzione che pone le premesse affinché l’Italia, dopo una rovinosa guerra perduta, si trasformasse da Paese contadino in una delle principali potenze industriali del mondo. Pur avviando ricerche negli archivi dei Servizi, sembra emergere molto poco sui collegamenti diretti tra De Gasperi e l’intelligence. Ma è proprio in questo periodo che vengono compiute scelte decisive per il nostro Paese: la definizione del Trattato di pace, la visione politica atlantica e le premesse della futura Unione Europea. Temi per i quali non è pensabile che il capo del Governo non abbia avuto, direttamente o indirettamente, contatti con i Servizi. In questo saggio, studiosi e ricercatori si interrogano sul problema, affrontando diverse questioni: l’inevitabilità dell’intelligence nella ricostruzione del Paese dopo la Seconda guerra mondiale, il ruolo del Secret Service britannico verso l’Italia, la guerra dell’informazione del “Candido” contro lo statista trentino, la politica democristiana dell’intelligence a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta, l’attenzione francese nei nostri confronti per come emerge dagli archivi dei loro Servizi, l’oscillante politica estera di sicurezza nazionale ancorata ai partiti americani, l’interesse costante dell’intelligence statunitense verso il nostro Paese, l’esperienza poco nota del Movimento d’Avanguardia Cattolica Italiano che operava come un Servizio segreto e la travagliata nascita del SIFAR che ha poi orientato per molti decenni l’architettura organizzativa dell’intelligence nazionale.
De Gasperi e la politica democristiana dell’intelligence
Paolo Gheda
2024-01-01
Abstract
De Gasperi è la figura repubblicana più significativa di tutte. È lui il presidente della ricostruzione che pone le premesse affinché l’Italia, dopo una rovinosa guerra perduta, si trasformasse da Paese contadino in una delle principali potenze industriali del mondo. Pur avviando ricerche negli archivi dei Servizi, sembra emergere molto poco sui collegamenti diretti tra De Gasperi e l’intelligence. Ma è proprio in questo periodo che vengono compiute scelte decisive per il nostro Paese: la definizione del Trattato di pace, la visione politica atlantica e le premesse della futura Unione Europea. Temi per i quali non è pensabile che il capo del Governo non abbia avuto, direttamente o indirettamente, contatti con i Servizi. In questo saggio, studiosi e ricercatori si interrogano sul problema, affrontando diverse questioni: l’inevitabilità dell’intelligence nella ricostruzione del Paese dopo la Seconda guerra mondiale, il ruolo del Secret Service britannico verso l’Italia, la guerra dell’informazione del “Candido” contro lo statista trentino, la politica democristiana dell’intelligence a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta, l’attenzione francese nei nostri confronti per come emerge dagli archivi dei loro Servizi, l’oscillante politica estera di sicurezza nazionale ancorata ai partiti americani, l’interesse costante dell’intelligence statunitense verso il nostro Paese, l’esperienza poco nota del Movimento d’Avanguardia Cattolica Italiano che operava come un Servizio segreto e la travagliata nascita del SIFAR che ha poi orientato per molti decenni l’architettura organizzativa dell’intelligence nazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.