Le motivazioni, ma forse sarebbe più opportuno parlare di necessità, alla base della nascita degli agrinidi, vanno cercate su piani molto differenti. Innanzitutto rappresentano una risposta alla carenza di posti nelle strutture dedicate alla prima infanzia; carenza dovuta sia alla generalizzata debolezza dell’offerta pubblica/privata, sia alla insuffciente localizzazione in territori a bassa densità abitativa, quali quelli montani o fortemente rurali, non a caso solitamente definiti fragili e svantaggiati. In una situazione in cui non risulta economicamente sostenibile una struttura pubblica per l’alto costo a fronte di un basso bacino di utenti, gli agrinidi sono quindi una possibile strategia per assicurare un servizio essenziale contribuendo a mantenere vitali territori altrimenti destinati all’abbandono. Ma sono anche una risposta a esigenze interne al mondo rurale declinabili sul piano economico occupazionale (quali la necessità di una diversificazione economica e di integrazione al reddito, la promozione di imprenditoria femminile, la modalità per le donne impegnate nelle aziende agricole di conciliare il lavoro con la nascita dei propri figli) e su quello culturale (quali la rivalutazione di un ruolo sociale, lo sviluppo di nuova attrattività per i giovani). L’agrinido quindi può essere utile al territorio, alle aziende agricole, alle famiglie, ma naturalmente deve essere utile soprattutto ai veri utenti del servizio: i bambini. Quei piccoli cittadini digitali iperprotetti bisognosi di vivere contesti di incontro quotidiano con il mondo reale, quello delle stagioni, del lavoro, del cibo autoprodotto, degli spazi aperti, del bello e cattivo tempo...Ma l’agrinido è anche una sfida, un invito agli imprenditori agricoli, agli educatori e ai genitori ad approfondire la riflessione su finalità, metodologie, percorsi e attività didattiche, alla ricerca di qualcosa che sia capace di ricucire il legame spezzato con la natura, con il pianeta che ci ospita, promuovendo nei bambini lo sviluppo di sensibilità, consapevolezza, identità ecologica (Bertolino, Perazzone, 2012).In quest’ottica l’agrinido è un servizio innovativo che ben oltre le specificità del contesto e delle pratiche trova la sua motivazione, la sua finalità nella promozione di una educazione rivolta al futuro.
Gli agrinidi. Riflessioni, ricerche e materiali
BERTOLINO F
2017-01-01
Abstract
Le motivazioni, ma forse sarebbe più opportuno parlare di necessità, alla base della nascita degli agrinidi, vanno cercate su piani molto differenti. Innanzitutto rappresentano una risposta alla carenza di posti nelle strutture dedicate alla prima infanzia; carenza dovuta sia alla generalizzata debolezza dell’offerta pubblica/privata, sia alla insuffciente localizzazione in territori a bassa densità abitativa, quali quelli montani o fortemente rurali, non a caso solitamente definiti fragili e svantaggiati. In una situazione in cui non risulta economicamente sostenibile una struttura pubblica per l’alto costo a fronte di un basso bacino di utenti, gli agrinidi sono quindi una possibile strategia per assicurare un servizio essenziale contribuendo a mantenere vitali territori altrimenti destinati all’abbandono. Ma sono anche una risposta a esigenze interne al mondo rurale declinabili sul piano economico occupazionale (quali la necessità di una diversificazione economica e di integrazione al reddito, la promozione di imprenditoria femminile, la modalità per le donne impegnate nelle aziende agricole di conciliare il lavoro con la nascita dei propri figli) e su quello culturale (quali la rivalutazione di un ruolo sociale, lo sviluppo di nuova attrattività per i giovani). L’agrinido quindi può essere utile al territorio, alle aziende agricole, alle famiglie, ma naturalmente deve essere utile soprattutto ai veri utenti del servizio: i bambini. Quei piccoli cittadini digitali iperprotetti bisognosi di vivere contesti di incontro quotidiano con il mondo reale, quello delle stagioni, del lavoro, del cibo autoprodotto, degli spazi aperti, del bello e cattivo tempo...Ma l’agrinido è anche una sfida, un invito agli imprenditori agricoli, agli educatori e ai genitori ad approfondire la riflessione su finalità, metodologie, percorsi e attività didattiche, alla ricerca di qualcosa che sia capace di ricucire il legame spezzato con la natura, con il pianeta che ci ospita, promuovendo nei bambini lo sviluppo di sensibilità, consapevolezza, identità ecologica (Bertolino, Perazzone, 2012).In quest’ottica l’agrinido è un servizio innovativo che ben oltre le specificità del contesto e delle pratiche trova la sua motivazione, la sua finalità nella promozione di una educazione rivolta al futuro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.