Due giorni a settimana, un gruppo di studenti di design, antropologia e scienze dell’educazione, operatori dei servizi sociali, ricercatori universitari, artisti e adulti in difficoltà e senza dimora lavorano insieme in un laboratorio interdisciplinare aperto nel 2014 in via Ghedini 6, Barriera di Milano. Il laboratorio, al piano terra di un edificio che ospita anche un dormitorio pubblico, pensato come luogo di benessere per i partecipanti, opportunità per riattivare la fiducia in se stessi, riallacciare relazioni significative, recuperare abilità e riconoscersi capaci di progettare in una dimensione collaborativa, è anche un osservatorio privilegiato per osservare le trasformazioni del fenomeno dell’homelessness a Torino. All’interno del laboratorio non viene chiesta la storia di chi arriva, ma ciascuno ha la possibilità di raccontarsi man mano che cresce la fiducia reciproca e la sensazione di poter decidere che cosa essere, al di là dell’etichetta di “senza dimora”, con l’intento di mettere l’accento sulle aspirazioni (Appadurai) e sulle capacità delle persone (Sen, Nussbaum) anziché sulle mancanze e debolezze.

"A bassa soglia". Persone senza dimora e servizi di accoglienza a Torino

Porcellana V.
2018-01-01

Abstract

Due giorni a settimana, un gruppo di studenti di design, antropologia e scienze dell’educazione, operatori dei servizi sociali, ricercatori universitari, artisti e adulti in difficoltà e senza dimora lavorano insieme in un laboratorio interdisciplinare aperto nel 2014 in via Ghedini 6, Barriera di Milano. Il laboratorio, al piano terra di un edificio che ospita anche un dormitorio pubblico, pensato come luogo di benessere per i partecipanti, opportunità per riattivare la fiducia in se stessi, riallacciare relazioni significative, recuperare abilità e riconoscersi capaci di progettare in una dimensione collaborativa, è anche un osservatorio privilegiato per osservare le trasformazioni del fenomeno dell’homelessness a Torino. All’interno del laboratorio non viene chiesta la storia di chi arriva, ma ciascuno ha la possibilità di raccontarsi man mano che cresce la fiducia reciproca e la sensazione di poter decidere che cosa essere, al di là dell’etichetta di “senza dimora”, con l’intento di mettere l’accento sulle aspirazioni (Appadurai) e sulle capacità delle persone (Sen, Nussbaum) anziché sulle mancanze e debolezze.
2018
9788883537769
antropologia del welfare
homelessness
Torino
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14087/6696
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