Gli arrivi, le partenze e i ritorni che compongono la grande Storia dei movimenti di popolazione e che hanno caratterizzato la storia moderna italiana, sono raccontati attraverso le storie di uomini, donne, bambini e famiglie che da Giaglione sono partiti, arrivati o tornati. Studiare i movimenti migratori del passato, non serve soltanto per riallacciare il filo della memoria con le generazioni che ci hanno preceduto, ma può essere utile per comprendere le migrazioni contemporanee. Ancora oggi da Giaglione si arriva o si ritorna, ma soprattutto si parte. La decrescita demografica ancora in atto priva il territorio delle sue forze miglio¬ri. Come sottolinea Giuseppe Dematteis, l’attuale mobilità della forza lavoro giovanile «va ben oltre la normale mobilità geografica connessa – anche nelle città – con la ricerca di un impiego. Ciò comporta non solo un impoverimento demografico, ma anche culturale e, non ultima, la difficoltà di riproduzione delle élite e delle classi dirigenti locali» senza le quali la montagna avrà un futuro incerto.
Da Giaglione si parte, a Giaglione si arriva, a Giaglione si ritorna (quasi sempre)
PORCELLANA, Valentina
2013-01-01
Abstract
Gli arrivi, le partenze e i ritorni che compongono la grande Storia dei movimenti di popolazione e che hanno caratterizzato la storia moderna italiana, sono raccontati attraverso le storie di uomini, donne, bambini e famiglie che da Giaglione sono partiti, arrivati o tornati. Studiare i movimenti migratori del passato, non serve soltanto per riallacciare il filo della memoria con le generazioni che ci hanno preceduto, ma può essere utile per comprendere le migrazioni contemporanee. Ancora oggi da Giaglione si arriva o si ritorna, ma soprattutto si parte. La decrescita demografica ancora in atto priva il territorio delle sue forze miglio¬ri. Come sottolinea Giuseppe Dematteis, l’attuale mobilità della forza lavoro giovanile «va ben oltre la normale mobilità geografica connessa – anche nelle città – con la ricerca di un impiego. Ciò comporta non solo un impoverimento demografico, ma anche culturale e, non ultima, la difficoltà di riproduzione delle élite e delle classi dirigenti locali» senza le quali la montagna avrà un futuro incerto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.