Le denominazioni dei toponimi della Valle d’Aosta riproducono i fenomeni storici di stratificazione plurilingue dell’area: pur essendo stati soggetti a recenti interventi (ri)standardizzazione grafica, ancora oggi – e anzi per certi versi oggi più che mai – essi risultano esposti nell’oralità a fenomeni di oscillazione dai quali scaturisce una proliferazione di varianti rappresentative dei multiformi profili linguistici dei parlanti.A partire da questi presupposti, il contributo intende presentare i risultati di un’inchiesta condotta sul campo finalizzata al censimento qualitativo e quantitativo delle realizzazioni fonetiche adottate per la pronuncia di una selezione di toponimi comunali, ad alta frequenza e indubitabilmente noti a tutti i parlanti, da parte di un campione di soggetti, nativi e non, residenti nella regione da almeno 10 anni, distinti in coorti omogenee secondo parametri differenti. Lo studio mira a verificare, in primo luogo, se scelte di pronuncia uniformi trovino corrispondenza in specifici profili idiolettali (in particolare, nell’uso effettivo del patois e nella conoscenza del francese), anche in rapporto alla dimensione dei livelli di alfabetizzazione degli intervistati; se, in secondo luogo, l’età e il genere dei parlanti incidano sulle loro scelte, e sulle eventuali percezioni di stigma o prestigio; se, in terzo luogo, la variabilità si manifesti anche internamente ai comportamenti linguistici di un medesimo parlante, in rapporto a differenti interlocutori o contesti comunicativi; se, inoltre, le scelte operate rispetto alla pronuncia dei toponimi possano essere identificate come indicatori della vitalità dei diversi idiomi compresenti nel repertorio locale, o spie di rappresentazioni identitarie legate alla tradizione orale della comunità di riferimento; se, invece o piuttosto, configurino una crescente tendenza a far convergere le etichette onomastiche verso soluzioni fonetiche ibride e semplificate, avulse dal loro aspetto grafico ma percepite come ammissibili e tollerate perché efficaci dal punto di vista pragmatico all’interno del diasistema comunicativo regionale.

Polimorfia e (ri-)standardizzazione della toponomastica in contesto alloglotto: il caso della Valle d'Aosta

REVELLI L
2016-01-01

Abstract

Le denominazioni dei toponimi della Valle d’Aosta riproducono i fenomeni storici di stratificazione plurilingue dell’area: pur essendo stati soggetti a recenti interventi (ri)standardizzazione grafica, ancora oggi – e anzi per certi versi oggi più che mai – essi risultano esposti nell’oralità a fenomeni di oscillazione dai quali scaturisce una proliferazione di varianti rappresentative dei multiformi profili linguistici dei parlanti.A partire da questi presupposti, il contributo intende presentare i risultati di un’inchiesta condotta sul campo finalizzata al censimento qualitativo e quantitativo delle realizzazioni fonetiche adottate per la pronuncia di una selezione di toponimi comunali, ad alta frequenza e indubitabilmente noti a tutti i parlanti, da parte di un campione di soggetti, nativi e non, residenti nella regione da almeno 10 anni, distinti in coorti omogenee secondo parametri differenti. Lo studio mira a verificare, in primo luogo, se scelte di pronuncia uniformi trovino corrispondenza in specifici profili idiolettali (in particolare, nell’uso effettivo del patois e nella conoscenza del francese), anche in rapporto alla dimensione dei livelli di alfabetizzazione degli intervistati; se, in secondo luogo, l’età e il genere dei parlanti incidano sulle loro scelte, e sulle eventuali percezioni di stigma o prestigio; se, in terzo luogo, la variabilità si manifesti anche internamente ai comportamenti linguistici di un medesimo parlante, in rapporto a differenti interlocutori o contesti comunicativi; se, inoltre, le scelte operate rispetto alla pronuncia dei toponimi possano essere identificate come indicatori della vitalità dei diversi idiomi compresenti nel repertorio locale, o spie di rappresentazioni identitarie legate alla tradizione orale della comunità di riferimento; se, invece o piuttosto, configurino una crescente tendenza a far convergere le etichette onomastiche verso soluzioni fonetiche ibride e semplificate, avulse dal loro aspetto grafico ma percepite come ammissibili e tollerate perché efficaci dal punto di vista pragmatico all’interno del diasistema comunicativo regionale.
2016
979-10-91460-27-9
TOPONOMASTICA
CONTATTO LINGUISTICO
PLURILINGUISMI
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14087/7130
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