Come affermato al Consiglio europeo di Copenaghen del 1993, la capacità di assorbire nuovi membri, mantenendo inalterato il ritmo dell'integrazione europea, riveste grande importanza nell'interesse dell'Unione e degli Stati candidati. Dunque, l’ingresso di questi dovrebbe avvenire senza che ciò vada a compromettere l’azione dell’Unione. Tuttavia, le crisi dello Stato di diritto dell’ultimo decennio dimostrano la difficoltà di ottenere tale risultato e sollevano molteplici dubbi quanto alle prospettive di allargamento dell’Unione, in primis nei Balcani occidentali. Si rende così necessario il ricorso a strumenti che accompagnino con attenzione l’adesione di nuovi Stati. Qualche lezione di interesse può essere tratta dalle vicende che hanno caratterizzato l’allargamento a Romania e Bulgaria. Quando tali Stati entrarono a far parte dell’Unione nel 2007, si registravano ancora dei ritardi sul piano dell’indipendenza del potere giudiziario e della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Perciò venne istituito il meccanismo di cooperazione e verifica, misura concepita come transitoria e diretta a permettere la realizzazione delle riforme necessarie alla tutela dello Stato di diritto. Il meccanismo è ancora in vigore e comporta l’adozione di relazioni da parte della Commissione europea quanto allo stato di avanzamento delle riforme. Chiarito il funzionamento del meccanismo e considerata la recentissima giurisprudenza della Corte di giustizia, scopo del paper è analizzarne l’efficacia, individuandone pregi e difetti, al fine di stabilire se si tratti di uno strumento riproponibile nell’ambito dei futuri allargamenti per promuovere l’assetto assiologico dell’Unione e prevenire l’insorgere di situazioni qualificabili come violazioni sistemiche di detto assetto.

Not another EU report! Il meccanismo di cooperazione e verifica quale strumento di promozione dello Stato di diritto e i suoi effetti sul processo di allargamento

Alessandro Rosanò
2022-01-01

Abstract

Come affermato al Consiglio europeo di Copenaghen del 1993, la capacità di assorbire nuovi membri, mantenendo inalterato il ritmo dell'integrazione europea, riveste grande importanza nell'interesse dell'Unione e degli Stati candidati. Dunque, l’ingresso di questi dovrebbe avvenire senza che ciò vada a compromettere l’azione dell’Unione. Tuttavia, le crisi dello Stato di diritto dell’ultimo decennio dimostrano la difficoltà di ottenere tale risultato e sollevano molteplici dubbi quanto alle prospettive di allargamento dell’Unione, in primis nei Balcani occidentali. Si rende così necessario il ricorso a strumenti che accompagnino con attenzione l’adesione di nuovi Stati. Qualche lezione di interesse può essere tratta dalle vicende che hanno caratterizzato l’allargamento a Romania e Bulgaria. Quando tali Stati entrarono a far parte dell’Unione nel 2007, si registravano ancora dei ritardi sul piano dell’indipendenza del potere giudiziario e della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Perciò venne istituito il meccanismo di cooperazione e verifica, misura concepita come transitoria e diretta a permettere la realizzazione delle riforme necessarie alla tutela dello Stato di diritto. Il meccanismo è ancora in vigore e comporta l’adozione di relazioni da parte della Commissione europea quanto allo stato di avanzamento delle riforme. Chiarito il funzionamento del meccanismo e considerata la recentissima giurisprudenza della Corte di giustizia, scopo del paper è analizzarne l’efficacia, individuandone pregi e difetti, al fine di stabilire se si tratti di uno strumento riproponibile nell’ambito dei futuri allargamenti per promuovere l’assetto assiologico dell’Unione e prevenire l’insorgere di situazioni qualificabili come violazioni sistemiche di detto assetto.
2022
979-12-5976-414-0
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