Il contributo si propone di delineare le circostanze che a partire dalla metà del XIX secolo hanno portato alla costituzione di comunità italofone distribuite in modo puntiforme su territori oggi geo-politicamente afferenti all’Eritrea, all’Etiopia e alla Somalia. Attraverso la presentazione di pratiche e modelli linguistici documentati tra Otto- e Novecento in fonti inedite e minori si intende da un lato offrire una panoramica degli usi dell’italiano come ‘lingua altra’ in aree contraddistinte da molteplici plurilinguismi endogeni; d’altro lato, di evidenziare come la dialettalità di partenza delle varietà migrate dall’Italia abbia gradualmente in alcune aree urbane, e nella città di Asmara in particolare, condotto al costituirsi di una particolare varietà d’italiano riconosciuta dagli stessi parlanti come distinta da quelle peninsulari. In questo quadro, obiettivo conclusivo è di mettere in luce come la valutazione di vitalità e diffusione dell’italiano richieda nel contesto esaminato – per il passato come per il presente - l’adozione di cautele, metodi e parametri differenti da quelli canonicamente utilizzati in relazione alle realtà minoritarie dei codici migranti.
L’oltremare dialettale dell’Italia postunitaria: ‘lingue altre’ nell’Africa orientale
Luisa Revelli
2025-01-01
Abstract
Il contributo si propone di delineare le circostanze che a partire dalla metà del XIX secolo hanno portato alla costituzione di comunità italofone distribuite in modo puntiforme su territori oggi geo-politicamente afferenti all’Eritrea, all’Etiopia e alla Somalia. Attraverso la presentazione di pratiche e modelli linguistici documentati tra Otto- e Novecento in fonti inedite e minori si intende da un lato offrire una panoramica degli usi dell’italiano come ‘lingua altra’ in aree contraddistinte da molteplici plurilinguismi endogeni; d’altro lato, di evidenziare come la dialettalità di partenza delle varietà migrate dall’Italia abbia gradualmente in alcune aree urbane, e nella città di Asmara in particolare, condotto al costituirsi di una particolare varietà d’italiano riconosciuta dagli stessi parlanti come distinta da quelle peninsulari. In questo quadro, obiettivo conclusivo è di mettere in luce come la valutazione di vitalità e diffusione dell’italiano richieda nel contesto esaminato – per il passato come per il presente - l’adozione di cautele, metodi e parametri differenti da quelli canonicamente utilizzati in relazione alle realtà minoritarie dei codici migranti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.