Il contributo intende inquadrare la pratica del counseling nella prospettiva pedagogica identificando le categorie cardine che la inscrivono all’interno dell’orizzonte educativo. Utilizzando un’ottica fenomenologica, il saggio delinea un possibile punto di incontro (epistemologico, prasseologico e transattivo) tra le psicologie umanistiche — in particolare l’approccio rogersiano e quello proposto dall’Analisi Transazionale — e la visione eidetica della pedagogia generale, evidenziando come la relazione di aiuto sia un’azione di facilitazione della crescita, di chiarificazione esistenziale e di potenziamento delle capacità individuali in vista dell’elaborazione di un autonomo progetto di vita. Tale approccio presuppone una prospettiva andragogica, long life, in grado di conciliare, nell’intervento operativo, il perseguimento degli obiettivi del cliente con le sue effettive condizioni esistenziali, comprese le fisiologiche difficoltà di adattamento a un mondo ormai ipercomplesso e condizionato da un progressivo sfilacciamento delle reti sociali e dei sistemi axiologici. Periodi particolarmente sfidanti, in questa prospettiva, sono le stagioni dell’adolescenza e la condizione del giovane adulto, con le rispettive crisi evolutive e i connessi compiti di sviluppo. Completa questa analisi una lettura delle competenze professionali richieste al counselor, nonché una disamina degli aspetti deontologici che ne caratterizzano l’orizzonte operativo.
Counseling educativo e psicologie umanistiche Prospettive, criticità e orizzonti pedagogici
Bobbio A.
2025-01-01
Abstract
Il contributo intende inquadrare la pratica del counseling nella prospettiva pedagogica identificando le categorie cardine che la inscrivono all’interno dell’orizzonte educativo. Utilizzando un’ottica fenomenologica, il saggio delinea un possibile punto di incontro (epistemologico, prasseologico e transattivo) tra le psicologie umanistiche — in particolare l’approccio rogersiano e quello proposto dall’Analisi Transazionale — e la visione eidetica della pedagogia generale, evidenziando come la relazione di aiuto sia un’azione di facilitazione della crescita, di chiarificazione esistenziale e di potenziamento delle capacità individuali in vista dell’elaborazione di un autonomo progetto di vita. Tale approccio presuppone una prospettiva andragogica, long life, in grado di conciliare, nell’intervento operativo, il perseguimento degli obiettivi del cliente con le sue effettive condizioni esistenziali, comprese le fisiologiche difficoltà di adattamento a un mondo ormai ipercomplesso e condizionato da un progressivo sfilacciamento delle reti sociali e dei sistemi axiologici. Periodi particolarmente sfidanti, in questa prospettiva, sono le stagioni dell’adolescenza e la condizione del giovane adulto, con le rispettive crisi evolutive e i connessi compiti di sviluppo. Completa questa analisi una lettura delle competenze professionali richieste al counselor, nonché una disamina degli aspetti deontologici che ne caratterizzano l’orizzonte operativo.File | Dimensione | Formato | |
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