Nella redazione dei bilanci, le stime di svalutazione di asset o “gruppi di asset” (cosiddetto impairment) sono divenute di grande importanza nell’attuale contesto dei mercati finanziari. In tale ambito, i criteri di stima utilizzati, sia nel contesto domestico sia in quello internazionale, sono tipicamente quelli basati sui flussi finanziari o reddituali. Al riguardo, tema critico, come noto, è la definizione del tasso di sconto dei flussi, cioè del “costo del capitale”. Il presente articolo vuole fornire un contributo concettuale, declinato con l’indicazione di soluzioni applicative ritenute congrue ed ampiamente applicate nella prassi, per la determinazione dei parametri rilevanti nella stima del “costo del capitale” nel contesto di utilizzo di criteri finanziari unlevered finalizzati a stime di impairment. Il lavoro, dopo aver inquadrato i diversi modelli teoricamente applicabili per la stima del “costo del capitale”, approfondisce i profili applicativi del modello CAPM (Capital Asset Pricing Model), quello maggiormente adottato nella prassi. L’intento è quello di suggerire orientamenti tecnici e spunti di riflessione, frutto anche di indagini empiriche, che possano essere utili agli esperti valutatori per le scelte, sovente ampiamente soggettive e scarsamente motivate, dei singoli parametri del “costo del capitale” (tasso free risk, premio per il rischio di mercato, beta, premio per il rischio paese, costo del debito)

La determinazione del “costo del capitale” nelle stime di impairment: profili concettuali e soluzioni applicative

NOVA M
2009-01-01

Abstract

Nella redazione dei bilanci, le stime di svalutazione di asset o “gruppi di asset” (cosiddetto impairment) sono divenute di grande importanza nell’attuale contesto dei mercati finanziari. In tale ambito, i criteri di stima utilizzati, sia nel contesto domestico sia in quello internazionale, sono tipicamente quelli basati sui flussi finanziari o reddituali. Al riguardo, tema critico, come noto, è la definizione del tasso di sconto dei flussi, cioè del “costo del capitale”. Il presente articolo vuole fornire un contributo concettuale, declinato con l’indicazione di soluzioni applicative ritenute congrue ed ampiamente applicate nella prassi, per la determinazione dei parametri rilevanti nella stima del “costo del capitale” nel contesto di utilizzo di criteri finanziari unlevered finalizzati a stime di impairment. Il lavoro, dopo aver inquadrato i diversi modelli teoricamente applicabili per la stima del “costo del capitale”, approfondisce i profili applicativi del modello CAPM (Capital Asset Pricing Model), quello maggiormente adottato nella prassi. L’intento è quello di suggerire orientamenti tecnici e spunti di riflessione, frutto anche di indagini empiriche, che possano essere utili agli esperti valutatori per le scelte, sovente ampiamente soggettive e scarsamente motivate, dei singoli parametri del “costo del capitale” (tasso free risk, premio per il rischio di mercato, beta, premio per il rischio paese, costo del debito)
2009
Costo del capitale
Impairment
CAPM
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14087/6339
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